Stop alle Casette dell’Acqua: il M5s ferma l’installazione dei nasoni high tech
Stop alle Casette Acea. Neanche il tempo di digerire la parziale chiusura dei nasoni che sull’acqua romana piomba un’altra mossa, tutta politica, destinata a far discutere. L’aula Giulio Cesare ha votato con apposita mozione il blocco alle installazioni delle fontanelle high tech volute dall’ex amministrazione Marino. Erogatori gratuiti di acqua refrigerata, liscia e frizzante per tutti i gusti, con anche una postazione per ricaricare il telefonino e uno schermo con info su Roma Capitale. Stando agli accordi con Acea ne dovevano arrivare 100 tra il 2014 e il 2017 (con investimento di 3 milioni di euro), ma i Cinque Stelle non sembrano apprezzare: di Casette ne resteranno solo 20, quelle già montate, e (questa è la richiesta) saranno a pagamento. Cinque centesimi a litro.
Per quale ragione privarsi di un’innovazione presente, e gradita, in tantissime città italiane? I pentastellati ne fanno una questione di costi. “Non tutti sanno che quest’acqua che viene percepita come pubblica, in realtà non è pubblica – chiosa la consigliera Annalisa Bernabei, firmataria della mozione con un video su Facebook – perchè la pagano in bolletta”. E allora le Casette si trasformano magicamente da servizio utile e amico dell’ambiente a “fregatura” da stanare.
Ieri il provvedimento di indirizzo approvato con 25 voti favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti con cui si impegnano sindaca e giunta “a concordare con il gestore del servizio idrico integrato la possibilità che le Case dell’acqua già installate sul territorio comunale eroghino il servizio con pagamento immediato”. Oltre allo “stralcio nella delibera della parte che riguarda l’investimento sulle Case dell’Acqua, in modo tale che i fondi che non sono stati ancora investiti possano essere presi e convogliati verso la manutenzione della rete idrica”. Un atto preceduto da una serie di risoluzioni già votate nelle scorse settimane dai singoli municipi.
A gridare allo scandalo l’ex assessore ai Lavori Pubblici del governo Marino, Paolo Masini, primo sostenitore del progetto, al tavolo di Ato2 con altri 157 sindaci della Provincia che hanno pianificato l’investimento per Roma e per decine di piccoli centri urbani dell’hinterland. “Il piano prevede che ne fossero installate 100 in 3 anni. Pensassero piuttosto a controllare che i patti con Acea siano rispettati a difesa del bene comune. A partire dalle periferie. E soprattutto andassero a vedere le file di persone che si servono di questo servizio. Smantellare qualcosa che funziona in tutta Italia e che fa rima con risparmio e sostenibilità ambientale è una follia”.
Quindi non c’è un problema di costi? Quanto gravano le nuovissime fontanelle sulla bolletta dei romani? “Non ho mai sentito lamentarsi nessuno, parliamo di centesimi” spiega Masini. Stando a dati forniti dall’azienda, parliamo di un rincaro sulla tariffa di 7 centesimi l’anno a persona, 0,07 euro, con una media a famiglia di 0,2 euro. Centesimi, appunto, che si scontrano con i 130 euro di risparmio annuo sull’acquisto di acqua minerale per un nucleo familiare di 3 persone, e con le 1.800 tonnellate di bottiglie di plastica in meno, pari a 5.000 tonnellate di CO2 emesse per produrre, trasportare e smaltire le bottiglie in pet.
“Quello dei costi in bolletta è una tesi che quasi fa ridere” continua Masini “un’argomentazione priva di fondamento se confrontiamo costi e benefici. Come risulta debole e pretestuosa la richiesta di reinvestire i finanziamenti sottratti alle Casette per la manutenzione della rete idrica”. L’ex assessore snocciola altri numeri di Acea: “Se a livello nazionale si investono circa 33 euro pro capite l’anno per il miglioramento del servizio idrico, Acea ne investe già più di 60”. Una scelta infelice anche per l’ex titolare all’Ambiente del Campidoglio, Estella Marino. “Ma non eravate per la riduzione dei rifiuti? Cari m5s, per favore, non smontate le cose che funzionano! Il problema è che bisognerebbe saperle comprendere”.
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