Sanremo 2023, cosa ci è piaciuto e cosa no della prima serata?

A cura di Martina Procaccini e Francesca Proietti

Perché Sanremo è Sanremo! E infatti alla fine anche chi non l’ha visto ne parla e ne sa. E’ il festival della canzone italiana e gli italiani si sentono richiamati al parere, al comizio con colleghi, amici, parenti. A Dimensione Suono Roma è un viavai di commenti sulle canzoni, ma quelle si sa, si giudicano alla fine. La musica è una cosa seria. Il vero flop e il vero pop(ular) musicale si elegge a kermesse finita.
Quello di cui vogliamo parlare è anche il contorno che dà colore al festival. Cosa ci è piaciuto e cosa no?
La 73esima edizione è iniziata all’insegna dell’istituzionalità. Lo apre il presidente Mattarella, accompagnato dall’elegantissima figlia, Laura Mattarella.

Impeccabile nel suo stile di assoluta serietà ed eleganza, il presidente della Repubblica Mattarella si aggiudica un bel 10. Ospite non comune, la sua presenza ha rassicurato il pubblico in sala e quello in casa. Il suo modo garbato di sorridere, squisitamente imparziale ha dimostrato ancora una volta che l’Italia occupa un posto importante nelle sfide internazionali e che lui, Capo dello Stato, è lì proprio per ricordarcelo. La sua presenza è rassicurante, familiare, umana, discreta. La persona che tutti vorremmo conoscere almeno una volta nella vita.

Roberto Benigni:
Un 10 e anche con la lode va a Roberto Benigni. Toccante il suo monologo sulla Costituzione Italiana nell’anno del suo 75esimo anniversario. L’occasione è straordinaria perché in sala c’è proprio il capo dello stato Mattarella. Abile come sempre nel mescolare i registri, Benigni racconta la Costituzione come se davanti avesse un pubblico di bambini. “La Costituzione l’hanno fatta in pochissimo tempo, è stata come una folgorazione, una visione, eppure erano 556 persone a scriverla, divise su tutto escluso sull’essere unite per scrivere la Costituzione più bella che si potesse immaginare” E’ un omaggio alla bellezza ancora una volta della nostra Italia. Convince fino in fondo Benigni, premiato dal pubblico dalla standing ovation finale. Il Benigni nazionale patrimonio dell’umanità.

Amadeus
Il presentatore di Sanremo 2023 si merita un bel 8 in pagella. Ha studiato bene la parte, sa esporre in modo convincente, sbaglia qualche nome è vero, ma il mestiere e l’esperienza che ha lo aiutano nell’andare avanti spedito. Capisce, non perde mai la pazienza, è rassicurante. Gli manca quel “quid” per essere perfetto. Ma in fondo chi lo è?

Gianni Morandi:
L’eterno ragazzo di Banane e Lamponi, l’amico di tutti noi, il 78enne più social di un 18enne, apre il festival dicendo “Io vorrei cantassimo tutti insieme” e cantando l’inno di Mameli. Impossibile bocciarlo. Lui è sempre promosso. Soprattutto dopo che prende la scopa e pulisce i fiori del giovincello che voleva divertirsi. E’ il ragazzo della porta accanto. E sì resta sempre un ragazzo, anche se ha scritto un pezzo di storia della musica italiana. Poi si prende beffa di Amadeus dopo che, finalmente, si apre un profilo Instagram tutto suo (non di coppia). “Ama, ti stai sboomerando”. Grazie per il neologismo Gianni. Per noi sei assolutamente sì.

Chiara Ferragni:
Tutti aspettavamo i suoi look, diciamoci la verità. Gli outfit femminili, che scatenano la creatività degli stylist, sono sempre i più attesi. Se poi si tratta di quelli della madre di tutte le fashion blogger, allora contavamo i secondi per vederla scendere da quelle scale. E invece si presenta con uno scialle bianco con la scritta “Pensati libera”. Uno sfondo bianco che facilmente si presta ai meme più disparati. La Ferry lo sa. Quindi niente stupore per l’outfit. No, neanche per quello trasparente e luccicante con cui ha fatto il suo monologo. Ma almeno veicola un messaggio di libertà su un palco importante. Le donne possono vestirsi come vogliono. Che inizino a farlo. Se per qualcuno è sgarbato, se ne facesse una ragione. Parliamo del suo monologo. “Ogni volta che penso a te mi viene da piangere. Forse perché mi manchi o vorrei farti uscire un po’ di più. ” dice Chiara rivolta alla sé bambina.  Una lettera sulla rivalsa e sulle insicurezze che forse voleva accorciare le distanze tra lei e tutti gli altri (comuni mortali). Ma probabilmente le ha ingrandite. Parole autocelebrative e neanche troppo originali. Un insieme di banalità che dette da chi è così distante dalla realtà di tutti, stanca. Il vittimismo da parte di Chiara Ferragni non è ben accolto, in effetti. “Solo rischiando si vince contro le insicurezze nella tua testa” continua poi nel più retorico dei passaggi. Grazie per la lezioncina ma le persone voglio emozionarsi. E infatti la cosa bella di Chiara Ferragni ieri sera è la voce rotta (non dal pianto per le sue insicurezze di bambina) dall’emozione di essere sul grande schermo e su un palco come quello di Sanremo, non dietro quello di uno smartphone. Per questo il voto non raggiunge la sufficienza, ma non è un’insufficienza grave. Ferry stupiscici nel finale.

Blanco:
Sanremo la città dei fiori e lui pensa bene di distruggerli. Li prende, li lancia, li rompe. Motivo? Problemi di audio. Una violenza inaudita, ingiustificata e ingiustificabile. Zero spacato sarebbe il voto. Uno scatto d’ira arrivato a pochi secondi dal verificarsi del problema. Ha peggiorato la situazione il suo commento “Non sentivo la mia voce e allora ho voluto divertirmi lo stesso”. Il divertimento me lo ricordavo diverso. Troppo democratica la reazione di Amadeus. Va bene smorzare la tensione ma così è troppo. Ci ha pensato il pubblico ad esprimere il pensiero di tutti noi (forse anche quello di Ama), iniziandolo a fischiare. C’è solo un lato positivo di tutta questa (amara) sceneggiata: i meme del giorno dopo. Il web regala cose davvero divertenti, non come distruggere dei fiori.

 

(Non perderti le altre notizie dalla capitale)